La metodologia denominata Charrette è un processo articolato che coinvolge varie professionalità (architetti, ingegneri, urbanisti, sociologi, legali ecc.) e al tempo stesso i diversi stakeholders, in particolare gli abitanti dei luoghi oggetto di intervento, a fronte di uno specifico progetto aperto. L’orizzonte temporale può essere di qualche giorno, ma può durare anche una settimana, durante il quale si svolgono un ciclo di incontri fra le due componenti (professionale e territoriale) per raggiungere un giudizio e le decisioni finali.
La Charette è utilizzata a Vancouver ed è riconosciuta ed accettata fra i metodi dall’American Planning Association[1].
Il metodo si basa sul Dynamic Planning (vedi National Charrette Institute[3]), per attuare progetti che tengano conto in modo organizzato delle esigenze dei diversi soggetti. Elementi caratterizzanti sono:
- Azione progettuale multi-disciplinare con il contributo delle diverse professionalità
- Attività svolta secondo modalità collaborative
- Attività svolta secondo tempi e ritmi definiti
- Ricerca di soluzioni attraverso analisi delle possibilità e uso di metodi creativi
- Tempi di negoziazione definiti nel tempo
- Progettualità sia su scala macro che di dettaglio, svolta contestualmente e sulla specifica realtà territoriale
- Progettualità che tenga conto della fattibilità verificando gli aspetti tecnici, legali, economici, energetici e di sostenibilità
- Adozione di strumenti e linguaggi tipici del progetto urbanistico architettonico (mappe, disegni e grafica) che permetta di avere riscontri tecnici e divulgativi
- Utilizzo di contesti idonei alla comunità di riferimento, utilizzando spazi e luoghi accessibili alla comunità interessata e in particolare nei luoghi di intervento
La metodologia persegue la messa a punto di una coprogettazione che si sviluppi nella piena consapevolezza della pluralità di utenti, fruzione e di interlocutori rendendo tali progetti idonei nella realtà metropolitana attuale .