AIP2 Associazione Italiana per la Partecipazione Pubblica ha organizzato il 10 aprile u.s. a Cagliari, assieme alla Regione Sardegna, un incontro per un interessante scambio di esperienze nazionali con particolare focus su quelle svolte e in corso in Sardegna. Un utile meeting per condividere tra associati, funzionari e operatori, soprattutto della pubblica amministrazione regionale, le esperienze più significative recenti e in corso.
Il folto gruppo venuto dal “continente” ha espresso molti punti di vista di quanto si svolge soprattutto in Toscana e in Emilia. La Sardegna presenta l’esperienza passata e in corso da parte dell’Amministrazione Regionale che è anche il primo promotore di questa giornata. Si sono avuti interventi della Dirigente ai Servizi Generali Michela Melis e del Responsabile della Comunicazione Istituzionale Riccardo Porcu ad esporre i progetti in corso come Sardegna ParteciPA.

Susan George
A dare voce ad AIP2 c’è la Presidente Susan George, i soci toscali e ovviamente il folto gruppo cagliaritano, capeggiato da Serenella Paci, con anche Emanuela Manca e il raccordo con la Regione del socio Stefano Sotgiu.
Tra le prime considerazioni esposte si ricorda uno degli schemi chiave del percorso evolutivo verso la coscienza della cultura partecipativa che possiamo schematizzare nella metafora della scala relativa ai livelli della partecipazione:
Sviluppo capacità delib. (Empowerment)
Coprogettazione (Progetti sviluppo locale)
Coinvolgimento (es Dibattito pubblico)
Consultazione
Informazione
Interviene anche Germana Pignatelli che tra l’altro cita uno dei racconti di Marianella Sclavi che fa capire lo spirito di disponibilità nel comprendere gli altri dell’approccio partecipativo, ricordando la storia del giudice che sentite due tesi opposte affermò “ha ragione” sia per l’uno che per l’altro. A questo si aggiunse la voce dell’avvocato che si lamentava di questo fatto, dicendo che non era possibile dare ragione ad entrambi. Il giudice allora rafforzò la dose dicendo “anche lei ha ragione”.
Riccardo Porcu descrive il contesto dell’Istituzione Regione Sardegna in cui sono in corso delle iniziative orientate a creare le condizioni per passare da un modello basato da processi partecipativi ad uno basato su quelli deliberativi, coinvolgendo le diverse funzioni della Regione, forte della sensibilità della dirigente Michela Melis e quelle all’interno del Centro di Programmazione e dell’assessorato all’Agricoltura. Dà voce ai 18 tavoli virtuali con 24 consultazioni pubbliche ai tavoli fisici con l’URP presso la Presidenza della Giunta, il coordinamento dei diversi URP e l’iniziativa Camineras di contatto diretto con i cittadini attraverso un’iniziativa itinerante.
Emanuela Manca
La voce AIP2, attraverso Stefania Gatti e Giandiego Calastro, ricorda la promozione della Carta della Partecipazione (descritta anche in un nostro post precedente) creata assieme a INU (Istituto Nazionale di Urbanistica) e IAF (Associazione Internazionale dei Facilitatori) Italia e le altre esperienze recenti dalla voce di Elena Trocheano (ex Formez AIP2), Teresa Lapis (AIP2 Venezia) AnnaPaola Iacuzzi con le esperienze di progettazione integrata e i P.I.A.
Chiara Pignaris AIP2 ricorda l’esperienza del ’95 della linea ferroviaria ad alta velocità Lione Marsiglia con i tempi necessari (4-6 mesi) per il processo paretecipativo con l’istituzione della commissione nazionale e il dibattito pubblico, con un proponente con un dossier chiaro e comprensibile. e una discussione aperta a tutto campo con anche l’opzione 0 (la possibilità di non fare nessun intervento). Così infine la commissione scrisse una relazione finale data al proponente che decise motivando la scelta.
Emerge l’importanza di non avere una metodologia preconfezionata ma di poterla identificare dando la garanzia all’uguaglianza fra i partecipanti, la trasparenza e il confronto argomentato.
Sulle esperienze in Toscana si parla tenendo conto che sono frutto di una legge oramai di dieci anni che prevede un processo partecipativo per le grandi opere e a sostegno dei progetti degli EELL. Su questi ultimi nei fatti non essendoci l’obbligo sono stati spesso disattesi.
Tra le esperienze significative si cita quella sul porto di Livorno con l’esito del dibattito pubblico e del proponente portati in Conferenza dei servizi.
Si è parlato anche del passante ferroviario a Firenze e dell’azione svolta dalla comunità locale attraverso azioni partecipative.
Disegno di Legge sul Governo del Territorio della Regione Sardegna
La giornata ha visto anche la visita dell’assessore all’Urbanistica e EELL Cristiano Erriu e del suo consulente Aldo Vanini. Si parla degli articoli 24 e 25 del DDL Disegno di Legge sul Governo del Territorio che coinvolgono la partecipazione per le opere di rilevante impatto economico (valore oltre 50 milioni di €) relative a energia, ricerca idrocarburi, alberghi a 300m ecc. Si parla anche dell’intervento di un’ estesa installazione di pannelli a concentrazione per produzione elettrica ipotizzato a Gonnosfanadiga.
Una proposta che non viene affrontata in questa sede. Il discorso cade sul DDL dentro cui i tempi per i processi partecipati ipotizzati risultano secondo i partecipanti al dibattito assolutamente impropri rispetto alla necessità di costruzione di un percorso partecipativo reale. Il consulente Vanini ne prende atto e si rende formalmente disponibile a recepire indicazioni dalla comunità presente.
Una riflessione personale emerge sul fatto che le stesse linee di indirizzo delle proposte di legge sui temi chiave del governo del territorio, dell’urbanistica, della sanità, dei trasporti, dell’economia, del turismo e dello sviluppo dovrebbero esse stesse essere oggetto di processo partecipativo, essendo queste rilevanti non solo sul piano economico (incidono ben più dei 50 mio€) ma soprattutto risultano essere chiave per l’intero sviluppo della Regione. In linea con lo spirito deliberativo, questo processo non dovrebbe essere a conclusione della scrittura di una proposta di legge ma l’inverso, ovvero il processo deliberativo deve essere la premessa per poi elaborare e coprogettare la proposta di legge.
Criteri per la PA
Vengono ripresi i criteri chiave
- Impegno
- Chiarezza
- Trasparenza
- Sostegno alla Partecipazione
- Privacy
- Imparzialità
- Inclusione
- Tempestività
- Orientamento al cittadino
Si sente il bisogno di esplorare ed esplicitare le dimensioni argomentative dentro la logica deliberativa della scala della partecipazione di Arnstein e si condivide il fatto che si dovrebbe parlare di democrazia argomentativa per la dimensione dialettica necessaria nel processo deliberativo.
La parola va poi alle esperienze locali regionali, molte delle quali hanno capitalizzato la cultura diffusa data, anche se a distanza di dieci anni, dalla ricca scia dell’esperienza della progettazione integrata nata negli anni 2007 sotto il governo Soru. A raccontare la coprogettazione partecipata e l’uso dei PCM (Project Cycle Management) sono Francesca Lissia e Giuseppina Cireddu (dirigente servizi aree rurali ) che han messo in luce il ciclo che vede in modo circolare i seguenti passi :
Programmazione
Identificazione (analisi del contesto, identità strategiche)
Progettazione
Finanziamento
Attivazione
Valutazione
E’ chiara l’importanza di una triangolazione tra i diversi attori e della loro interazione: Politici, Esperti (di soluzioni) e Beneficiari (bisogni e problemi).
Emergono così le esperienze di qualità legate ai progetti GAL FLAG (Gruppi di Azione Locale) di sviluppo locale partecipativo coinvolgendo strutturalmente i beneficiari. Cireddu descrive lo sviluppo del territorio delle località rurali a far conto della programmazione di 1,3 Mld€ nel periodo 2014-2020, per la quale i territori si aggregano (pubblico e privato) ed elaborano strategie. Analogamente Nicoletta Piras descrive l’esperienza del GAL nell’iglesiente e dei GAC gruppi di azione costiera (FLAG Fisheries Local Action Group).
Francesca .. della RAS accenna alla responsabilizzazione del territorio descrivendo alcune aggregazioni (3 Unioni dei Comuni dell’Ogliastra con 12 Comuni 70.000 abitanti ) (2Unioni dei Comuni della Gallura con 16 Comuni 56.000 abitanti) e come le zone costiere trainano i comuni dell’interno in questo processo.
Stefania Aru del CRP (Centro Regionale di Programmazione) descrive la programmazione POR FESR 2014-2020, la sottoscrizione della Carta della Partecipazione e le strategie SNAI (Sviluppo Nazionale Aree Interne).
Attraverso diverse voci legate anche al Centro di Programmazione, emergono diverse riflessioni sui temi dell’auto-organizzazione, la progettazione delle politiche di sviluppo con legami con le aziende agricole e le tematiche legate alla scuola con le comunità di apprendimento , lo stesso progetto Iscol@. E si anticipa il tema dei beni comuni da sottrarre alla speculazione.
A riprendere lo scenario nazionale e in particolare in Toscala è l’Arch Annalisa Pecoriello sul tema della gestione dei beni comuni soprattutto nella gestione degli spazi pubblici. In particolare ha posto le questioni del
1) presidio e custodia dei beni urbani e rurali (in stato di abbandono) ,
2) ruolo dei gruppi di acquisto e della costituzione delle filiere corte
3) ruolo dell’agricoltura.

Annalisa Pecoriello
In particolare:
- La questione, anche dal punto di visita giuridico, ai limiti della giurisprudenza, è che queste aree non si occupano ma si presidiano. L’esperienza fiorentina è legata anche ad una sorta di azienda agricola.
- Ruolo abilitante della macchina amministrativa con il mercato dei prodotti agricoli e il ruolo delle monete complementari
- L’economia per i beni comuni con il ruolo di un organo di garanzia e di monitoraggio.
Attraverso uno Sportello Unico della Cittadinanza Attiva si concretizza l’operato dell’organo di garanzia, qualcosa che diventa altro rispetto al tradizionale flusso del consenso basato ad esempio sui voti legati allo sport e al calcio, alle tasse. Una politica quindi che dà spazio al common public management che supera le tradizionali forme di assegnazione dei beni attraverso bandi, che definisce le regole per l’uso e la gestione degli spazi pubblici (social street), l’autoprogettazione e la costruzione, l’autorecupero, il correlato tema della sicurezza dei cantieri e tutto quanto porta il privato dentro spazi pubblici con la logica degli spazi condivisi. La questione discussa è stata come gestire questi stati sociali, se va formalizzata dall’amministrazione o lasciata nell’alveo della “tolleranza” e del buon senso, sapendo le questioni correlate, dall’aspetto della sicurezza, delle assicurazioni, al ruolo del responsabile del procedimento.
Una giornata ricca di spunti e di esperienze che dimostra che la Sardegna possiede l’humus per poter fare un salto di qualità sulla cultura diffusa e le pratiche di democrazia deliberativa.
CCP
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